Cellulite: Pannicolopatia Edemato Fibro Sclerotica.
|
Una prima definizione di cellulite. |
La cellulite, la cui definizione tecnica si può
racchiudere nell'acronimo PEFS, colpisce in percentuale elevatissima la
donna, per circa il 95%, e in misura molto più ridotta l'uomo (3%). Il
nome scientifico, anche se complesso, quando viene scomposto, e analizzato
voce per voce, ci aiuta con una certa facilità a comprenderne meglio la
natura.
|
Per essere ancora più chiari facciamo una premessa relativa agli strati
della cute, l'area in cui la cellulite va ad insediarsi. Questi sono: epidermide (strato superiore, esterno), derma
(strato intermedio), ipoderma (strato inferiore), pannicolo adiposo (la
parte più profonda). |
|
Torniamo quindi all'analisi dei termini che specificano la natura della
cellulite.
- Pannicolopatia: si riferisce ad una patologia del pannicolo
adiposo;
- Edemato: perchè appaiono edemi (accumulo di liquidi
in spazi interstiziali) che sono all'origine del fenomeno cellulite;
-
Fibro: la conseguenza del ristagno idrico provoca la compressione dei
tessuti e l'impossibilità per i noduli di
grasso di essere
mobilizzati;
- Sclerotica: nella fase culminante del processo, si
formano noduli di grasso più grandi che sedimentano e si ammassano
numerosi, contribuendo a dare il tipico aspetto della pelle a
materasso.
|
|
L'evoluzione della cellulite. |
Questo fenomeno si concretizza come una serie di
alterazioni anatomiche e funzionali che coinvolgono più tessuti: epidermico,
dermoipodermico, e pannicolo adiposo sottocutaneo. Internamente si
instaura una modificazione del tessuto adiposo e una modificazione del
sistema circolatorio periferico venoso e linfatico, mentre, esternamente,
si evidenzia la formazione della cosiddetta “buccia d’arancia”. E' da
rimarcare che il fenomeno inizialmente non è visibile all'esterno. Alcuni
segnali, come una persistenze sensazione di stanchezza alla gambe, spesso
interpretata come affaticamento muscolare, anticipano le problematiche
circolatorie ad origine della cellulite. La
microstasi sanguigna e linfatica locale, porta a difetti nel ricambio, e
successiva trasudazione di liquido con infarcimento di scorie nel
connettivo dermoipodermico. L'accumulo di tossine è una caratteristica
femminile nota, e che tende a insediarsi in tre aree: il sangue, la
placenta, e il settore cosce/glutei/braccia. Con una alimentazione
equilibrata e la regolare pratica di esercizio fisico, in genere
l'accumulo rimane disciolto nei fluidi (sangue e placenta) e non dà
origine a ulteriori guasti. Diversamente le scorie inizieranno a
sedimentarsi nelle zone muscolari appena viste, con effetti sull'estetica
sempre più visibili. La progressione, quando il fenomeno è già
evidente, si manifesta in quattro
momenti.
- Cellulite molle (o flaccida):
si distribuisce sui fianchi, sull’addome, sulla parte interna del braccio
e dell’ascella. Per l'elevata presenza di acqua può facilmente cambiare
forma secondo la posizione assunta dal corpo in quel momento. In genere è associata a ipotonicità
muscolare e microvaricosità, noduli e infiltrazioni sono profondi e non
sempre rilevabili alla palpazione. La troviamo facilmente in soggetti
astenici (deboli e con scarsa muscolarità), e in condizioni di obesità.
- Cellulite edematosa: la localizzazione rimane tipica, e rivela,
alla palpazione profonda, la presenza di micronoduli. Non rimane il
segno della pressione digitale (che invece si verifica nel primo
stadio). Nel soggetto colpito è evidente la sensazione di gonfiore e
pesantezza, soprattutto agli arti inferiori.
- Cellulite compatta: le sostanze infiltrate risultano compatte,
poco mobili. La cute sovrastante appare tesa e l’epidermide
assottigliata. La pelle non è facilmente sollevabile e presenta zone di colore
violaceo, primo passo verso la smagliatura da sovradistensione. La
palpazione dei cuscinetti può causare fastidio e anche dolore.
- Cellulite sclerotizzata: si evidenzia una notevole consistenza,
con la facile individuazione di microgranuli. La pelle è
caratterizzata da rigonfiamenti e depressioni (pelle a materasso).
|
Allenamento anti cellulite. |
Il primo intervento che stabiliamo di fare presso
lo Studio Personal Trainer di Pesaro, riguarda l’innalzamento del
metabolismo, unitamente alle pratiche più adatte a favorire la
circolazione di ritorno, e il drenaggio. Una efficace capillarizzazione
permette di migliorare l’ossigenazione delle cellule imprigionate, e
favorire gli scambi gassosi. Successivamente si passa ad esercizi e
protocolli di allenamento per la tonificazione. Particolarmente efficaci
si sono dimostrate alcune metodiche come l'allenamento P.H.A.,
l'allenamento a ristagno sanguigno, la pratica a circuito, oltre
all'utilizzo di macchine aerobiche in modalità basso impatto.
|
Altri interventi anti cellulite |
La cellulite ha certamente una matrice nei
fattori genetici e costituzionali, anche legati a disfunzioni ormonali, ma
viene anche favorita da alcuni comportamenti e scelte che la donna può in
prima persona facilmente controllare.
- corsetti, biancheria intima stretta, calze troppo aderenti,
risultano particolarmente dannosi con la loro costrizione, specie
nelle zone a forte componente di circolo linfatico (sottoglutea e
addominale);
-
l'uso di scarpe con tacchi alti modifica la normale meccanica
del piede e altera la distribuzione dei carichi: un rialzo di 2cm
distribuisce il peso al 50% sull'avampiede e 50% sul tallone; un
rialzo di 6cm. sposta il 60% del peso sull'avampiede; un rialzo di
10cm. sposta il 75% del peso sull'avampiede;
-
anche le scarpe a punta modificano i rapporti reciproci tra le
strutture ossee del piede, e alterano la funzionalità del triangolo
della volta e della soletta venosa di Lejars;
-
stipsi ostinata: fenomeno molto frequente nella donna, la stipsi si
definisce quando la frequenza di evacuazione scende sotto le 3 volte a
settimana (ed è già un valore molto basso). Il fenomeno è frequente
quando non si pratica attività fisica ed influenza la formazione della
PEFS. Ricordiamo anche che la evacuazione è di per sè già un esercizio
fisico, e la sua assenza ci danneggia quindi due volte;
-
situazioni ambientali disturbanti (professionali, familiari): lo
stress aumenta il
cortisolo (potente ormone catabolico la cui azione
investe anche il metabolismo favorendo l'accumulo di grassi);
-
l'uso e abuso di sostanze ad azione metabolico inquinante come
alcolici e tabacco;
-
ridotto apporto idrico: per mantenere una adeguata idratazione ed una
buona diuresi è necessario introdurre una corretta quantità di acqua,
possibilmente a basso residuo fisso (la disidratazione nelle donne è
un fenomeno molto diffuso);
-
alterato equilibrio salino: eccesso di sodio nella dieta;
-
l'assunzione di caffeina (contenuta nel tè e nel caffè): è un vaso
costrittore, e come tale non favorisce certamente una buona
circolazione, soprattutto quella venosa di ritorno.
|
Alimenti e pratiche anti cellulite. |
Anche nelle scelte alimentari è possibile trovare
un modo per contrastare la cellulite, nella prassi quotidiana e con relativa
facilità. Si tratta soprattutto di una azione antiossidativa, che
impedisce il verificarsi di situazioni favorevoli all'instaurarsi della
cellulite.
- La vitamina “A”, presente in alimenti come cavoli, lattuga, pomodori,
sedano, spinaci, polline, albicocche, zucca, protegge la membrana
cellulare dall’aggressione delle sostanze tossiche. Protegge inoltre gli
acidi grassi dall’ossidazione e neutralizza i radicali liberi;
- la vitamina “C” ( acido ascorbico) presente in peperoni,
prezzemolo, agrumi, fragole, pomodori, porri, ortaggi freschi, svolge
una attività simile a quella del magnesio, favorendo l’utilizzo
dell’energia a livello cellulare. Favorisce inoltre la combustione dei
grassi; neutralizza le sostanze tossiche favorendone l’eliminazione e
protegge la membrana delle cellule dall’azione distruttiva dei
radicali liberi; assicura la compattezza della struttura del
collagene;
- la vitamina “E” (o tocoferolo) è presente in olio extravergine di
oliva, germe di grano, insalata verde, polline, nocciole, pinoli. Ha
una azione protettiva della membrana cellulare dall’aggressione delle
sostanze tossiche. Protegge gli acidi grassi dall’ossidazione e
neutralizza i radicali liberi, stabilizza e protegge la vitamina C;
- il selenio è un oligoelemento essenziale, presente principalmente
nei cereali, nei legumi e nelle uova. Il selenio svolge un’azione
cellulare di protezione nei confronti dei radicali liberi e di
prevenzione delle affezioni cardiovascolari e tumorali.
- il potassio, presente nella frutta e nelle verdure, grazie
alle sue proprietà idrofile, favorisce l’allontanamento dell’eccesso
idrico dai tessuti;
- il ferro, presente nelle carni rosse, nel lievito di birra,
nei legumi, negli ortaggi verdi, è indispensabile per trasportare
l’ossigeno alle cellule, e quindi favorire un corretto nutrimento e
ricambio cellulare;
- il magnesio, presente nei piselli, gamberetti, cereali integrali,
noci, molluschi, olio di pesce, e spinaci, svolge un ruolo
fondamentale nella regolazione dell’eccitabilità neuro-muscolare,
nella produzione, e nel trasporto di energia. Modera la secrezione
dell’adrenalina e la conseguenza che essa provoca a livello del
cervello, del cuore, dei muscoli e dell’apparato digerente. In
situazioni di forte stress avviene una fuoriuscita di magnesio dalle
cellule, e il conseguente smaltimento per via urinaria. Lo stress può
essere di varia natura: sforzo fisico abnorme, rumore intenso,
tensione interiore, variazione brusca della temperatura, trauma,
intervento chirurgico. Alla fuoriuscita di magnesio dalle cellule si
verifica l’ingresso del calcio al suo posto, e il conseguente aumento
della contrazione a livello della muscolatura scheletrica e viscerale.
Da questa condizione possono derivare contratture, crampi muscolari, e
spasmi della muscolatura liscia, responsabile a sua volta di dolore
addominale e mestruo doloroso. In particolare il magnesio riduce il
problema della ritenzione idrica che favorisce la comparsa della
cellulite. Per una persona adulta è consigliato un apporto quotidiano
di magnesio di 350 mg. Il magnesio viene distrutto nella fase di
cottura e di raffinazione degli alimenti;
- l'acqua, che deve essere scelta con cura, evitando quella con un
residuo fisso elevato. Deve naturalmente anche contenere poco sodio.
Dovrebbe essere assunta più volte nella giornata, possibilmente non
durante il pasto (comunque in quantità limitata) per non alterare la
efficacia dei succhi gastrici;
- l'acqua, ancora, ma intesa come bagno in vasca. L'immersione in
acqua con elevato contenuto di sale come il bicarbonato di sodio,
provoca una naturale migrazione verso l'esterno delle sostanze acide;
- la respirazione, spesso elemento sottovalutato. Ricordiamo che è
in grado di eliminare quasi l'80% delle tossine sparse nell'organismo,
chiaro quindi quanto sia determinante una respirazione efficace. Mi
riferisco alla
respirazione diaframmatica;
- defaticare periodicamente, nell'arco della giornata, gli arti
inferiori. Quando è possibile tenere le gambe sollevate verso l'alto,
per 1-3 minuti, potrà favorire nettamente il ritorno e la purificazione.
|