TRASFORMA OGNI ESERCIZIO |
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In potente bruciagrassi |
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Molte persone, pur desiderando di ottenere il massimo dai loro esercizi, si ostinano a ripetere sempre gli stessi (medesimo tipo di gesto atletico), con le stesse modalità (medesimo tipo di carico applicato, il proprio peso corporeo), e le stesse condizioni (medesimo orario di pratica, e medesimo ambiente in cui ciò avviene). | |
Ho spesso sottolineato come, per una legge fisica che ritroviamo più volte in natura, la legge della omeostasi, nel nostro organismo si instaurino processi atti a normalizzare lo stato, normalizzare le risorse, e a normalizzare gli effetti. Per meglio comprendere a cosa mi riferisco facciamo un esempio, che possa ricalcare una situzione piuttosto frequente: la corsa. Ho scelto questa attività senza particolare scopo se non proprio quello di citare una situazione in cui molti possono ritrovarsi. La prassi consolidata è la seguente: si continua per settimane e mesi, ad eseguire lo stesso tipo di attività (la corsa), con la stessa andatura e lo stesso impegno fisico, da sola o inserita in routine di allenamento più complesse, pensando che più il tempo passa, più alto diventa il numero di volte che si ripete quel gesto, e maggiore sarà il risultato che si potrà ottenere su se stessi. Ma così non funziona. Alcuni, a volte, sembrano accorgersi che le cose non seguono l'iter pronosticato, e che una certa stasi nei risultati inizi a palesarsi. Ma poi capita che il suo ciclo di allenamento venga interrotto per l'arrivo delle ferie estive, delle vacanze di natale, o per altri impedimenti, e così, al momento di riprendere nuovamente l'attività, con una forma fisica e e una prestazione sicuramente in ribasso, qualunque tecnica o modalità di allenamento, per quanto ripetitiva, torna a far loro riguadagnare qualche miglioramento, e tanto basterà loro fino alla prossima interruzione. E il ciclo di allenamenti e sospensioni si ripete uguale a se stesso, praticamente senza sosta. Fino a quando naturalmente è vivo il desiderio di allenarsi e le condizioni fisiche lo permettono. Il nostro corpo è una macchina fenomenale, e spesso ci sorprende con le mille trovate di cui è capace. Nella situazione in esame, infatti, insistendo in un'attività dove le premesse sono costanti (tipo e modalità di allenamento), l'organismo si avvia a sfruttare al massimo ogni risorsa, e a ottimizzare ogni gesto, per ridurre il più possibile il consumo di materia prima e gli sprechi. Non dovendo confrontarsi con situazioni fuori standard, ma anzi largamente prevedibili e confermate da una prassi di settimane e mesi, ogni parametro è a lui già noto, e proprio su quello ha settato ogni funzione. E' davvero sorprendente, ma già nel momento in cui si indossano le scarpette per la corsa, e il cervello registra questo evento, immediatamente l'ipotalamo, fondamentale centro di comunicazione tra corpo e cervello, mette in moto ghiandole e apparato muscolare per affrontare l'imminente attività. Tutto sempre, e naturalmente nell'ottica di preservare se stesso, risparmiando ogni risorsa ritenuta utile ai fini della sopravvivenza. Perchè è proprio questa la discriminante, la sopravvivenza. Non importa a quale livello di benessere siamo arrivati, nel corpo vige una ferrea attitudine primordiale a salvaguardare organi e sostanze ritenute funzionali a questo obiettivo. Quindi, ad esempio, non ricaverà energia dalle riserve di grasso, ritenute preziose e insostituibili nel breve termine, ma utilizzerà dapprima gli zuccheri disponibili a livello muscolare ed epatico (a dire il vero non molti, circa 300-400gr in totale), poi passerà a degradare le stesse proteine di origine muscolare, per ottenere facilmente dei più semplici zuccheri. Anche in questo caso conferma di privilegiare la via della efficienza, ricavando energia con un processo relativamente poco dispendioso. Il meccanismo di salvaguardia centra ancora una volta il suo obiettivo, infatti in un'ottica di sopravvivenza sono proprio i grassi che permettono una maggiore aspettativa di vita, potendo fornire molte più calorie, ed essendo distribuiti in modo eterogeneo su tutto il corpo, con anche una elevata disponibilità in termini di quantità. Dunque, a tutti coloro che, per motivi diversi (radicate abitudini, piacere per un certo tipo di esercizio, convenienza, facilità, disponibilità oraria, ecc.) sono comunque decisi a portare avanti le loro scelte in tema di allenamento, mi sento di suggerire una modalità in grado di scuotere lo status quo in cui si trovano nonostante tutto, senza però sconvolgerne i piani abituali. Si tratta di rendere, per alcuni minuti, la loro abituale, ripetitiva attività fisica, un pò più stimolante per il loro metabolismo, incremenentandone temporaneamente l'intensità. Voglio qui ricordare che agendo sulla intensità si riescono contemporaneamente ad ottenere più risultati: - aumento della resistenza - aumento della forza - aumento del metabolismo basale - aumento del consumo di grassi - riduzione del carico articolare - stimolazione di fibre bianche Tutto questo è raggiungibile grazie alla contrazione isometrica. Per realizzarla è sufficiente fermarsi in una posizione sufficientemente confortevole e mantenerla per 60-120 secondi. Nel caso specifico, la corsa, possiamo pensare di fermarci nella posizione di falcata con un piede avanti (es. destro) e l'altro dietro, con le ginocchia mediamente flesse. Dopo avere mantenuto tale postura per il tempo massimo che ci è possibile, possiamo riprendere la nostra normale andatura e tornare ad effettuare una nuova sosta isometrica dopo circa 10 minuti. Questa volta terremo l'appoggio a terra invertito (quindi il piede sinistro avanti). La contrazione isometrica è fortemente coinvolgente e stressante (in termini positivi), ma potrebbe non dare quella sensazione di sfinimento che spesso le persone abituate ad allenarsi senza regole vorrebbero sentirsi addosso. Un pò come a testimoniare a se stesse di aver dato il massimo. Nel nostro caso, con le contrazioni isometriche, potremo comunque dimostrare a noi stessi di aver espresso il nostro massimo, oltre che da un punto di vista fisico, anche razionale. Proveremo di avere compreso come ottenere effetti positivi dal nostro allenamento standard, evitandone al contempo le conseguenze nocive. |