OSTEOPOROSI |
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Non sei un castello di carte |
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Come tanti termini utilizzati in medicina, anche #osteoporosi deriva dal greco, e significa osso poroso. E’ una malattia sistemica a carico dello scheletro, che tende a perdere massa ossea e contemporaneamente a indebolire l’architettura stessa dell’osso. La parte esterna dell’osso, detta #corticale,
diviene più sottile, mentre le celle spugnose interne, dette #trabecole,
si riducono di numero. Normalmente ci si riferisce a due tipi di
osteoporosi, la post-menopausale e la senile, anche se gli effetti sono
poi comuni. | |
E’ facile pensare che in queste condizioni si sarà maggiormente esposti al rischio di fratture. Che puntualmente poi, si verificano. A queste si aggiungono ulteriori complicazioni nella fase post-traumatica, dove si assiste ad una lunga durata della degenza, e alla difficoltà per molti individui di riprendere le normali attività. Le abilità e la capacità di movimento in autonomia cui erano abituati in precedenza sono spesso chimere, e queste persone dovranno fare i conti con limitazioni e continue richieste di aiuto a famigliari e amici. Dunque è il caso di saperne di più, per evitare una situazione simile, e per porvi rimedio quando è possibile. MA COME SI ARRIVA ALLA OSTEOPOROSI? Pare insensato, eppure non si è individuato un punto zero, una origine da cui partire per stabilire qual è il momento in cui le condizioni per la osteoporosi maturano. Semplicemente, quando alla verifica di taluni parametri, i valori di riferimento risultano sballati, si è già nella malattia, senza altri apparenti preavvisi. Gli specialisti rassicurano i pazienti sulla progressività della malattia e sulla (presunta) inarrestabilità. Quindi un suggerimento non velato a rassegnarsi al decorso della malattia. E’ accettabile? Direi proprio no. Inoltriamoci meglio nel metabolismo dell’osso, per capirne di più, e scopriamo che esistono due classi di cellule, gli #osteoclasti e gli #osteoblasti, che lavorano sequenzialmente, e all’infinito, per demolire (le prime) e per ricostruire (le seconde), l’osso, giorno e notte. Con un peso di circa 10-15 kg (secondo i soggetti) lo scheletro è un capolavoro di leggerezza, robustezza, ed elasticità, che ci permette di sostenere l’intero corpo, di preservare l’integrità degli organi interni, di affrontare attività impegnative come scalare, correre, spingere, sollevare, sempre mantenendo una sufficiente condizione di equilibrio e di stabilità. Questa meraviglia si ottiene proprio GRAZIE ALLA CAPACITA’ DELL’OSSO DI CEDERE CALCIO NEL SANGUE E DI RIOTTENERLO SUBITO DOPO, mediante l’azione di osteoclasti ed osteoblasti. E’ questo meccanismo che permette di conservare integro e sempre attuale, “fresco”, il sistema scheletrico, continuamente rinnovato e rimodellato ogni giorno, per tutta la vita. I due processi, demolizione e ricostruzione, sono sostanzialmente in equilibrio, fino a quando una causa esterna non ne pregiudica la stabilità e crea un deficit ricostruttivo: la osteoporosi appunto. QUALI CAUSE ESTERNE INFLUENZANO NEGATIVAMENTE IL PROCESSO? Certamente lo stile di vita, grande contenitore all’interno del quale mettiamo alimentazione, fumo, alcool, stress eccessivo, sonno insufficiente, scarsa attività fisica, ecc. Vediamo ad esempio l’alimentazione. E’ diventata una regola trovare una assoluta scarsità nei regimi attuali di micronutrienti essenziali come la vit D (ne ho parlato qui http://www.studiopersonaltrainer.it/allergie_malesseri_verita.htm) , minerali di calcio e potassio, vit C. Integrare queste sostanze è una necessità, ma lo è ancora di più correggere il regime alimentare dalle sue fondamenta. Le persone sane non ne sono coscienti, e ancora meno i malati, ma SEMPRE, il tipo di dieta che seguono, anche se talvolta viene addirittura ritenuta protettiva nei confronti della osteoporosi, ne è in realtà la vera causa scatenante. Alimenti come pane a pasta (ma ve ne sono altri) sono veramente ricchi di glucidi e pertanto destabilizzano il ph sanguigno facendolo sconfinare facilmente in territorio acido. Poiché è una condizione che l’organismo deve accuratamente evitare, è il corpo stesso a provvedere, RICONDUCENDO IL PH A VALORI NORMALI, circa 7.4. Ebbene, per rialzare il ph da acido a normalmente basico, vengono utilizzate le maggiori risorse di calcio (minerale basico) di cui il corpo dispone: proprio le ossa. Che ovviamente, come effetto indesiderato vengono alleggerite e perdono consistenza (ecco l'osteoporosi). Una alimentazione ricca di carboidrati (e se provate ad analizzare la vostra scoprirete che la percentuale di zuccheri sull’intero ammontare calorico della giornata è vicino al 70/80 percento) obbliga le cellule ad utilizzare il glucosio (zucchero) come fonte energetica. Questo processo genera sottoprodotti di scarto come le scorie acide, di cui la cellula si libera, per non restare intossicata, riversandole nel flusso sanguigno. A sua volta l’organismo, trovandosi nel sangue tanta acidità dovrà farvi fronte mediante un #sistematampone, che attua ATTINGENDO IL CALCIO DALLE OSSA. Chiaro? Un altro grave problema collegato al consumo di carboidrati è la presenza di #fitati nei cereali. Queste sostanze sono veri e propri antinutrienti che OSTACOLANO L’ASSORBIMENTO A LIVELLO INTESTINALE DI MINERALI COME MAGNESIO, POTASSIO, E CALCIO. Poi, a livello ormonale, voglio ricordare che l’ormone GH, fondamentale per i processi di ricrescita e riparazione dei tessuti, viene contrastato nella sua produzione da altri ormoni in eccesso, come insulina e cortisolo, ANCORA UNA VOLTA IMPLICATI NEL METABOLISMO DEI CARBOIDRATI. Da ultimo, ma non per importanza, parliamo della vit D, che, se anche il vostro medico vi sta somministrando come integratore, fallirà miseramente il suo obiettivo. E’ certamente vero che la vit D è un’arma determinante nel contrastare l’osteoporosi, ma il paradosso vuole che, se assunto in un regime alimentare ricco di carboidrati, verrà prontamente eliminato dai reni a causa di un feedback negativo. Praticamente, come visto sopra, per via della eccessiva acidità che tale alimentazione procura al corpo, viene attivato il sistema tampone che “irrora” il sangue di calcio prelevato dalle ossa. Ebbene, tanto calcio presente nel sangue, fa ritenere ai reni che la presenza di vit D (che porterebbe ad avere altro calcio) sia del tutto inutile e dannosa, quindi la espelle. Meccanismo perfetto, ma tragico nelle conseguenze. Capitolo Attività Fisica. Troppe persone sottovalutano questo aspetto, ritenendo l’attività fisica poco più di un passatempo quando l’osteoporosi è ormai conclamata. Niente di più sbagliato. Lo scheletro, come ho tentato di spiegare all’inizio di questo articolo, è vivo, si rimodella ogni giorno, è elastico, è fluido, ed è decisamente sensibile allo “stress positivo” che i muscoli attivi generano su di esso. Infatti la pratica di esercizi finalizzati a potenziare la muscolatura ha l’effetto collaterale di CONDIZIONARE L'OSSATURA A POTENZIARSI A SUA VOLTA, essendo l’impalcatura su cui i muscoli fanno leva per svolgere il loro lavoro. Proprio questa reciproca plasticità e stimolazione a crescere, porta l’ossatura dello scheletro a ispessire la sua parte esterna e ad incrementare le celle spugnose che gli forniscono densità. Un apposito programma di allenamento ho studiato per tutti coloro che intendono avviarsi ad una soluzione attiva e partecipata del problema osteoporosi, e va sotto il nome di OSTEOWIN, un protocollo vincente che racchiude esercizi e suggerimenti di varia natura, tutti combinati e intesi a rendere FORTE L'INDIVIDUO E IL SUO SCHELETRO. Qui trovi la scheda del corso http://www.studiopersonaltrainer.it/corso_osteowin.htm
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