TIROIDE IN DIFFICOLTA’, PARTE 2

Ipertiroidismo

I primi sintomi che possono indicare la presenza di ipertiroidismo sono l’aritmia cardiaca, sottoforma di fibrillazione atriale e/o tachicardia, la perdita di peso, la tendenza a sudare facilmente, l’intolleranza al caldo, l’irascibilità, la difficoltà a prendere sonno.

ipertiroidismo

E' inoltre confermata la stretta relazione che lega l’#ipertiroidsmo alla patologia di Basedow, una malattia autoimmune, in cui i linfociti tipo B si infiltrano nel tessuto della tiroide, e si legano ai recettori del TSH.

Il TSH è l’ormone di partenza il cui segnale viene trasmesso ai recettori della tiroide, perché possano avviare la produzione di ormoni tiroidei T4.

I linfociti tipo B impediscono il corretto funzionamento dei recettori e anzi li inducono a sovraesprimersi, dando così forma alla aberrazione della tiroide che prende il nome di “gozzo”. Attualmente le terapie utilizzate in situazioni come questa sono decisamente invasive e prevedono l’intervento chirurgico, o, in alternativa, la somministrazione di iodio radioattivo, che una volta ingerito, va ad uccidere alcune cellule di produzione degli ormoni, e quindi, nell’obiettivo del terapista, a ridurre le dimensioni della ghiandola.

Una maggiore attenzione al contesto in cui tale patologia prende piede, ha consentito di individuare alcune cause scatenanti, che corrisponderebbero a certi stress particolarmente forti, e improvvisi, che il soggetto malato si è trovato a subire poco prima dell’insorgenza del malessere.

Questi stress sono in effetti all’origine di una ONDATA DI CORTISOLO che investe l’organismo nella sua totalità, e che, trovando alcuni tessuti e organi già provati in precedenza, li mette definitivamente in crisi.

Sappiamo che il cortisolo ha un suo ciclo circadiano, ovvero nelle 24 ore segue una curva saliscendi che mostra valori alti in alcune ore del mattino, e bassi nel resto della giornata, secondo un preciso schema di interazione e scambio con altri importanti ormoni.

E’ solo quando il cortisolo esce da questi standard che si instaurano condizioni adatte al dismetabolismo e alla proliferazione di stati infiammatori che sono a loro volta l’origine delle malattie autoimmuni, come lo è la patologia di Basedow. Infatti il cortisolo in eccesso promuove uno squilibrio del sistema immunitario che vedrà i linfociti TH1 soccombenti, e i linfociti TH2 in esubero.

Tale fenomeno è legato alla eccessiva presenza di carboidrati nella dieta, che favoriscono la popolazione batterica saccarolitica a scapito di quella proteolitica. Una quota rilevante di tutto il sistema immunitario risiede proprio nell’intestino, e il risultato è una formidabile proliferazione di un certo tipo di batteri.

Questi spostano l’asse del sistema immunitario che vedrà come nemico proprio alcune parti del corpo in cui si trova, nel tentativo di porre rimedio agli squilibri. Lo stato infiammatorio è infatti l’arma con cui il sistema immunitario cerca di isolare e “curare” l’area danneggiata.

Non avendo tuttavia più punti di riferimento stabili, confonde gli organi e i tessuti interni come corpi estranei, e avvia contro di essi azioni di contrasto e rimozione. Così si spiega l’infiltrazione di linfociti tipo B all’interno dei tessuti della tiroide, dove sono in grado di alterare profondamente il comportamento delle cellule che generano ormoni tiroidei, e della stessa tiroide.

Pare naturale dunque cercare di orientare il proprio regime alimentare verso una scelta di alimenti meno ricchi di carboidrati, in grado di ricondizionare automaticamente il buon funzionamento della tiroide.

Volendo anche considerare un aiuto in grado di:

- accelerare il passaggio verso un nuovo stile alimentare;

- mitigare gli effetti negativi dell’ipertiroidismo;

- modificare le condizioni che sono presupposto dell’ipertiroidismo

si può certamente fare appello ad una risorsa alimentare strepitosa come il Ganoderma Lucidum.

Un recupero della normale funzionalità tiroidea prevede alcuni passaggi, e richiede tempo, ma studi condotti a riguardo ne documentano la riuscita. In un primo momento il ganoderma, in quanto immunomodulante, si appresta e ricomporre l’equilibrio delle componenti TH1 e TH2 del sistema immunitario. In tal modo viene a sottrarre il substrato che conduce attraverso i vari passaggi alla anomala produzione di linfociti B, responsabili del cattivo funzionamento dei recettori di TSH.

L’RNA, acido nucleico presente nel fungo, ha inoltre la strepitosa capacità di promuovere la sintesi proteica, condizione necessaria per la ripresa di qualità, densità, e tono muscolare, che solitamente sono deficitari nei soggetti ipertiroidei.

L’adenosina contenuta nel ganoderma svolge poi fondamentale ruolo nella vasodilatazione e nella messa a punto delle 5 fasi del sonno, con il raggiungimento della fondamentale fase REM, delicata e determinante per la rigenerazione cerebrale. Il sonno breve e di scadente qualità è fenomeno ricorrente in chi soffre di ipertiroidismo. Ed è anche premessa per stati di ansia e alterazione di umore che portano naturalmente alla sovrapproduzione di cortisolo. Nel tempo, se insieme al consumo di ganoderma si stabiliscono nuove condizioni di alimentazione più coerenti, e improntate ad un sostanziale abbassamento della quota di zuccheri presenti nella dieta, la tiroide torna a normale regime.

Infine, molto importante, è opportuno avviare un piano di attività fisica specificamente ideato per ricondurre l'organismo nell'alveo della normale e ideale condizione metabolica, come il RESET SCHOOL, corso di allenamento di cui trovi i dettagli qui http://www.studiopersonaltrainer.it/corso_reset_school.htm

 

Nota Importante.

Per coloro che decidono di sperimentare la terapia naturale a base di fungo ganoderma, è necessario sapere che il fungo deve essere coltivato secondo una precisa metodologia e in specifiche aree geografiche, e che i procedimenti con i quali vengono ricavate le polveri dal fungo sono DETERMINANTI nel mantenere (o perdere) i principi attivi di cui sopra. Quindi i procedimenti estrattivi che impiegano solventi chimici utili a massimizzare la resa del prodotto di partenza, ANNIENTANO la biodisponibilità delle sostanze contenute, e diventano altresì un PERICOLO PER LA SALUTE, in quanto i residui di lavorazione rimangono “intrappolati” nella struttura chimico fisica del fungo. Questo accade anche quando si certifica che il fungo viene coltivato secondo Metodo Biologico. Deve infatti essere chiaro che, se un fungo di buona qualità, come si ritiene sia quello sottoposto a trattamento biologico, viene poi lavorato aggressivamente nella fase di estrazione, PERDE COMUNQUE OGNI PREROGATIVA E CAPACITA’ TERAPEUTICA. Ho valutato quindi con attenzione le varie proposte, e le relative specifiche di produzione di varie aziende presenti sul mercato del ganoderma, ed ho verificato che l’unica a fare della TOTALE GENUINITA’ del prodotto finale, un preciso obiettivo aziendale, è la DXN. Non a caso il nome DXN esprime nella lingua madre (il cinese) , i concetti di AFFIDABILITA’, ONESTA’, VIRTU’. Se intendi dunque apprezzare fino in fondo gli effetti che può generare su di te, sui tuoi disturbi, sulla tua salute complessiva, un prodotto naturale, di storia millenaria, e realizzato secondo precisi standard di eccellenza, come il Ganoderma Lucidum, contattami qui, oppure al 327 7343859. Potrai avere le informazioni di cui hai bisogno per conoscerlo fino in fondo, e capire perché funziona.

 

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