INSULINA

Manda in tilt il tuo cervello

Quasi ogni organo e parte del corpo è in grado di rigenerarsi, con tempi e modalità differenti, ma può farlo. Un organo importante e delicato come il cervello non può. Di qui la necessità di averne la massima cura e rispetto, poiché i neuroni che lo compongono rimarranno gli stessi per l’intera nostra esistenza.

insulina tilt cervello

Malattie come l’Alzheimer sono ancora oggi di difficile soluzione (ma la vedo diversamente se leggi il mio articolo qui http://www.studiopersonaltrainer.it/alzheimer_destino_non_scritto.htm), quindi se vogliamo, nonostante tutto, attenerci alla visione che ci offre la medicina ufficiale, dovremmo ancora di più sforzarci di preservare in ogni modo questo preziosissimo organo.

Neurotrasmettitori fondamentali, come la #dopamina e la #serotonina, presiedono a molteplici funzioni del corpo, e sono proprio generati nel cervello. Ad esempio nel morbo di Parkinson, è proprio la deficienza di dopamina a provocarne gli effetti.

Per mantenere in buono stato il cervello, i medici ci suggeriscono di tenerlo allenato, con esercizi per la mente, e ben alimentato, con opportune dosi di zuccheri.

Ed è qui che qualcosa non va. Anche se è vero che le cellule neuronali funzionano a glucosio, il modo in cui questo è reso disponibile con la nostra alimentazione attuale è semplicemente diventato insostenibile. Per la salute, insostenibile.

E’ utile ricordare che i recettori che permettono al glucosio di entrare nei neuroni sono due, il GLUT1 e il GLUT3. Il primo permette di rifornire la cellula di una quantità essenziale di zuccheri, utile a mantenerne le funzioni di base. Il secondo invece è sensibile alla quantità di glucosio presente nel sangue.

Quando ad esempio si è nella fase post prandiale di un pasto ricco di carboidrati, tale livello si alza notevolmente, e immediatamente dopo, viene drasticamente abbassato dalla presenza di #insulina.

Dunque il GLUT3, e con esso i neuroni, vede un saliscendi vertiginoso di valori glicemici. Le cellule, attraverso la #glicolisi che ne segue, vengono semplicemente inondate di energia (peraltro non richiesta in quel momento) con importanti conseguenze, soprattutto per quel che riguarda gli scarti residui, non correttamente metabolizzati, che vanno sotto il nome di scorie acide.

L’insulina inoltre va ad interagire con i neurotrasmettitori neuronali visti sopra, impedendo ad esempio l’accesso degli aminoacidi necessari per la sintesi di dopamina.

Perché è determinante la dopamina? La dopamina ha un ruolo importante nel comportamento dell’individuo, nei movimenti volontari, nella capacità di auto determinazione, nella qualità del sonno, nel tono umorale, nella capacità di attenzione, nella memoria in fase di apprendimento, nel regolare il battito cardiaco, e nel normalizzare la pressione del sangue. Un deficit di dopamina provoca, come effetto collaterale, una alterazione verso l’alto dei valori di serotonina, la quale ha riflessi sulla temperatura corporea, sull'appetito, sul metabolismo osseo, sulla riparazione di organi come fegato e cuore, sulla regolazione del ritmo cardiaco e di quello respiratorio. Disfunzioni legate ad anomalie nei circuiti di produzione della serotonina sono l’emicrania, i disturbi ossessivi-compulsivi, la depressione, l’ ansia, i disturbi alimentari come la fame nervosa e la bulimia, la fibromialgia.

Purtroppo l’altalena di valori portati agli estremi di questi due neurotrasmettitori non si arresta, perché nella giostra si inserisce anche il #cortisolo (ne parlo qui http://www.studiopersonaltrainer.it/cortisolo_fuori_controllo.htm ), il quale favorisce l’ingresso di aminoacidi utili alla sintesi di dopamina e noradrenalina, riducendo invece quelli utili per la serotonina.

Il cortisolo appare sulla scena dopo che l’insulina è intervenuta per abbassare la glicemia nel sangue. Il lavoro della insulina è talmente efficiente che i valori tanto bassi di glucosio risultanti dopo il suo intervento, portano proprio il cortisolo a compensarne la caduta, facendoli nuovamente rialzare. Il risultato? Una scorribanda umorale che porta a vivere nel giro di poche ore sensazioni di umore scoppiettante ed euforico, alternate a fasi di insoddisfazione e frustrazione.

Eppure una alimentazione più vicina alle aspettative del nostro metabolismo primordiale (perché ancora così siamo) esiste, e risolverebbe facilmente ogni difficoltà, fornendo all’organismo gli aminoacidi di cui abbisogna, nel momento in cui gli necessitano.

Mi riferisco ad una semplice dieta a base di carne, pesce, uova, verdura, frutta.

Finanche banale nell’elencazione, eppure tanto efficace quanto lontana da quella più diffusa, e ormai radicata, dieta a base di alimenti molto ricchi in carboidrati.

Un effetto davvero sorprendente di questa deriva alimentare è che LE NOSTRE IDEE, LE NOSTRE PERCEZIONI, DIVENTANO SEMPRE PIU’ PREDA DEL CIBO CHE INTRODUCIAMO, e la libertà di pensiero si riduce a una pura presunzione.

La spontanea ricerca di benessere che avviene nel nostro cervello viene condizionata, meglio ancora “drogata”, dal treno di sensazioni che i carboidrati inducono su di esso, in special modo proprio sulla sintesi di serotonina. Questa conferisce momenti di piacere, calma, soddisfazione, cui è difficile rinunciare, ed è proprio il nostro stesso cervello a “comandarci” di lì a poco, di procurarci altri zuccheri, per rinnovare ulteriormente quella condizione così piacevole.

Chi non ha sperimentato il vuoto e il fastidio di una delusione, o la sofferenza per un abbandono, e poi si è “sentito” di colmare tutto quel dispiacere con cioccolatini, biscotti, o gelati? Soddisfazione di breve durata, ed a caro prezzo.

Non è un caso che in questa situazione si ritrovino le medesime condizioni, i medesimi canali, i medesimi neurotrasmettitori coinvolti nelle dipendenze da sostanze stupefacenti.

 

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