Digiuno Breve |
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Un modo sano ed efficace di usare il digiuno |
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Quanti vorrebbero perdere qualche kg di troppo e stanno pensando di affidare le loro aspettative ad un semplice digiuno? Semplice nella modalità, ma per niente efficace nei risultati. Contrariamente a ciò che si crede infatti, il digiuno non porta l’organismo ad impiegare quale risorsa i grassi depositati, ma anzi lo induce a ritenere che il periodo di “magra” possa essere affrontato unicamente preservando il più possibile le risorse di grasso (spendibili a medio/lungo termine), e addirittura impostando il metabolismo in ottica di incremento dei grassi di riserva. | |
Esiste quindi una via alternativa, a parte l’ovvio suggerimento di pianificare un’attività fisica adeguata? SI! Si tratta del Digiuno Breve. | |
Il normale digiuno provoca una reazione metabolica del tutto sconveniente, anche e soprattutto in termini di risposta ormonale, con, uno su tutti, un anomalo incremento di cortisolo, un ormone normalmente prodotto dall’organismo in più momenti della giornata. In caso di digiuno questo tende ad aumentare i propri livelli nel sangue oltre la soglia di sicurezza, e favorisce a cascata una serie di effetti non voluti (catabolismo muscolare, aumento della glicemia, ipertensione, mobilizzazione del calcio nelle ossa, ecc.). | |
Il Digiuno Breve conserva invece le prerogative positive del digiuno (cioè utilizzare risorse preesistenti nell’organismo) e non innesca pericolosi fenomeni di adattamento metabolico ormonale. Come si attua? La definizione “Breve” si riferisce alla durata del periodo di astensione dal cibo che può attestarsi tra le 10-14 ore, e non oltre. Una simile estensione temporale viene facilmente riconosciuta e accettata dall’organismo, senza “ritorsioni”, grazie al fatto che il medesimo evento normalmente si presenta nel quotidiano delle persone, quando vanno a coricarsi per il sonno notturno. | |
Altra condizione è l’assenza di attività particolarmente impegnative (come esercizi con pesi in palestra, attività professionale gravosa, tipo facchinaggio, ecc.) perché il corpo non potrebbe fare altro che fronteggiare la richiesta energetica degradando proteine da se stesso (e quindi utilizzando la massa muscolare come materia prima) per ottenere gli idrati di carbonio necessari (rapidi nel soddisfare l’esigenza). Sottolineo che il primo pasto della giornata, la colazione, dovrà essere piena e corposa, un pasto completo (e non il semplice caffè con un biscotto), mentra la cena (il pasto di arrivo), dovrà ugualmente essere completo e vario, ma non una abbuffata. | |
Inoltre ci si dovrà idratare in modo adeguato, bevendo regolarmente e in quantità, acque con basso residuo fisso. Nota ulteriore: l’assenza di una provvista di zuccheri in tempo reale è il motivo per cui l’organismo tenderà a cercare le risorse in altro modo (le riserve lipidiche) ma non riuscirà a farlo subito. Necessiterà di una fase di adattamento la cui durata non è perfettamente quantificabile (in genere alcune ore), durante la quale alcuni fenomeni (come la comparsa di mal di testa) potrebbero creare disagio e fastidi non da tutti sopportabili. Il fenomeno è solo iniziale e dura alcune ore, dopodichè la cosiddetta “via lipidica” resta aperta, e l’organismo saprà facilmente approvvigionarsi di energia anche dalle riserve di grasso. |
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Per quanto tempo praticare il Digiuno Breve? Sempre in ottica di ottimizzazione della risposta e per evitare fenomeni di adattamento (il corpo deve sempre essere sorpreso) il suggerimento è di effettuare il digiuno breve per periodi di max 4-5 gg (esempio da lunedì a venerdì) per poi passare ad una alimentazione standard (comunque non eccessiva) nel week end. Permetterà di incentivare il metabolismo e di sfruttare appieno tutte le prerogative del Digiuno Breve. Consiglio. Pur sembrando paradossale tale pratica del Digiuno Breve ben si sposa alle esigenze di chi pratica sport di durata. Il motivo è semplice: quando il corpo ha "imparato" ad utilizzare come fonte energetica i grassi, ha di fatto a disposizione una riserva elevatissima e facilmente reintegrabile a monte, cioè con tempi del tutto compatibili rispetto alle esigenze di prestazione. Non obbligherebbe l'organismo a spendere risorse nel processo digestivo e non subirebbe quel momento di "appannamento" tipico della fase post prandiale. |