DIABETE |
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Non sono solo caramelle |
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Sconosciuto fino ai primi dell’800, oggi nel
mondo il
#diabete è ben noto, contando quasi ½ miliardo di ammalati. A questi
si dovrebbero poi aggiungere la grande massa di popolazione che si trova,
pur essendone all’oscuro, in stato di
#iperglicemia, la fase
#prediabetica. | |
Il diabete non è malattia a se stante, perchè purtroppo porta in grembo altre patologie gravi, come le cardiopatie, le neuropatie, le nefropatie, i tumori, il morbo di Alzheimer (alcuni suggerimenti qui http://www.studiopersonaltrainer.it/alzheimer_destino_non_scritto.htm). Un quadro clinico complesso il cui esito finale è una ASPETTATIVA DI VITA RIDOTTA DI 10 ANNI. La classificazione che vede il diabete distinto in giovanile (o tipo 1) e senile (o tipo 2), è divenuta anacronistica e nel prosieguo di questo articolo capiremo perché. Intanto è utile precisare che per il tipo 1 si parla di insulino-dipendenza, in quanto tale ormone (insulina) non viene affatto prodotto dall’organismo e quindi il malato è costretto ad assumere farmaci a base di insulina. Per il tipo 2 si parla invece di insulino-resistenza, in quanto l’insulina non è completamente efficiente, e le cellule beta del pancreas (dove ha origine l’insulina) sono costrette ad un super lavoro per fronteggiare la richiesta. Questo secondo tipo si riscontra nel 90% dei casi, ed E’ DIRETTAMENTE COLLEGATO ALLO STILE DI VITA ADOTTATO DAL PAZIENTE. In queste persone la glicemia rimane tendenzialmente alta anche a digiuno, e lo diventa ulteriormente al termine di un pasto, con valori ben al di sopra di quelli ritenuti di soglia massima. Nel tempo tale condizione porta all’esaurimento delle cellule beta del pancreas, con la conseguenza che il diabete passa al tipo 1 (insulino-dipendente). Alla base degli effetti devastanti del diabete è il fenomeno detto #glicazione, dove il glucosio in eccesso corrompe le proteine che formano le pareti interne di rivestimento delle arterie, rendendo spessi e rigidi i tessuti. E’ la condizione in cui maturano gli #AGES, molecole in grado di produrre grandi quantità di radicali liberi (ne parlo qui http://www.studiopersonaltrainer.it/radicali_liberi_effetto_domino) , per ostacolare i quali nel corpo si instaura una infiammazione permanente (altre info qui http://www.studiopersonaltrainer.it/infiammazione.htm) . Una verifica sul proprio stato di salute, in particolare sul livello di glicemia nel sangue, è cosa facile da fare, anche direttamente in farmacia, attraverso una semplice goccia di sangue. Un metodo ancora più semplice, poco tecnico, ma utile a comprendere in quale situazione di rischio ci si trovi, è rispondere ad alcune domande poste di seguito. Per ogni affermazione un “SI” vale 1 punto, se i punti al termine sono 5 o più, si è già in una classe di rischio medio alta, ed è quindi il caso di approfondire. Le affermazioni cui dare un SI oppure un No sono le seguenti: - Età sopra i 50 SI NO - Sovrappeso, obeso SI NO - Pressione alta SI NO - Un familiare diabetico SI NO - Uomo SI NO - Attività fisica, sport SI NO Ma in definitiva, di quanti zuccheri ha bisogno il corpo? Sorpresa, ne bastano davvero pochi, circa 5 gr/ora! Che nelle 24 ore significano circa 120 grammi! Allora, perché si continua ad introdurre una quantità di zuccheri molto più alta? Se solo consideriamo un regime dietetico standard, dove la colazione preveda cereali/brioche/biscotti, per il pranzo un piatto di pasta e 1 fetta di pane, spuntini vari a base di pizzette/snack, cena con pizza/piadina, il totale di zuccheri arriva già a 400/500 grammi (nei casi migliori). Anche se ci hanno sempre insegnato che il corpo va a zucchero, nei libri di biologia è scritto altro, e cioè che solo le cellule neuronali nel cervello e i globuli rossi del sangue, utilizzano zuccheri per il loro funzionamento. Tutte le altre cellule hanno un metabolismo differente, che permette loro di vivere e funzionare senza problemi, utilizzando i grassi come fonte energetica. E quindi? E’ evidente una storpiatura, un esercizio folle di forza contro la stessa natura, per il quale milioni di persone si trovano a pagarne le conseguenze. Sugli stessi libri si spiegano anche bene i modi con cui lo zucchero entra nelle cellule. Esistono delle speciali “porte” nelle cellule che hanno specifici compiti in tal senso, e sono appartenenti alla famiglia dei GLUT. Ne esistono 5 tipi, tra questi il GLUT4 è quello sensibile alla insulina. Cioè necessita della insulina per permettere agli zuccheri di entrare nella cellula. Il GLUT4 è presente nelle fibrocellule muscolari, nel cuore, negli #adipociti (cellule di grasso). GLUT1, GLUT2, GLUT3, e GLUT5 non necessitano di insulina per incamerare zuccheri, dunque già questa caratteristica potrebbe aprirci gli occhi sulla sorprendente elevata richiesta di insulina da parte di una sola classe di cellule. In effetti può solo significare che stiamo esagerando, e la conferma è il triste incedere di una malattia come il diabete. Ed infatti il malfunzionamento dei GLUT4 è alla base della deriva diabetica. Quando tanto, troppo, zucchero invade il sistema circolatorio, l’insulina interviene rapidamente per abbassarne il livello. Lo fa stipando zuccheri, sottoforma di #glicogeno, proprio nelle cellule muscolari viste sopra, che tuttavia hanno una capacità limitata. Quando questa capacità si esaurisce allora gli zuccheri vengono dirottati verso le cellule di grasso, dove diventeranno altro grasso. Come ulteriore opzione, l’insulina può attivare un enzima, HMG, in grado di metablizzare nel fegato altro zucchero, sottoforma di colesterolo LDL. Ti chiedevi come mai i tuoi valori di colesterolo fossero fuori norma? ora hai una risposta. Non basta ancora. L’insulina dà il via alla produzione di un altro ormone, #aldosterone, il quale causa #ritenzioneidrica trattenendo maggiori quantità di sale. Questo meccanismo ha un altro risvolto: attiva le cosiddette pompe sodio/potassio nelle cellule che normalmente non fanno uso di zuccheri. Le pompe stravolgono gli equilibri di concentrazione salina all’interno della cellula e sostanzialmente fanno affluire anche zuccheri al loro interno. Gli zuccheri non correttamente e completamente metabolizzati generano scorie acide, all’origine a loro volta di gravi squilibri nella concentrazione di Ph nel sangue. Cosa fare? Chiaro che si dovrà quanto prima rivedere il proprio regime alimentare, e associare un piano di attività fisica volto a stimolare i gruppi muscolari ad utilizzare gli zuccheri più agevolmente. Si deve infatti ricordare che buona parte dei muscoli, quella costituita da fibre muscolari bianche, è in grado di incamerare zuccheri senza intervento di insulina, se questi vengono sollecitati con opportuni esercizi a carico gravitario medio alto. Una delle modalità che ho messo a punto allo scopo è il mio corso RESET di cui trovi qui la scheda http://www.studiopersonaltrainer.it/corso_reset_school.htm .
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