Adrenalina: lotta o fuggi |
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Come funziona |
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Quante volte si sente parlare di adrenalina,
“scarica di adrenalina”! Ma cosa è? L’adrenalina è un ormone, un
messaggero chimico, prodotto nelle ghiandole surrenali. Ghiandole piccole
nelle dimensioni (volume di una noce) ma davvero impressionanti negli
effetti che possono scatenare. Ogni volta che si concretizza uno stress
acuto, improvviso, di qualsivoglia natura, l’adrenalina ci permette di
avere la resistenza, la forza, la resilienza necessari per affrontarlo. | |
Tuttavia accade che nella vita che conduciamo i momenti di stress acuto siano diventati molto frequenti e questo fenomeno sta “stancando” le ghiandole surrenali. Il lavoro, le relazioni, la famiglia, il traffico, la televisione, e molto altro le stimola costantemente. Il tipo di reazione associata alla presenza di adrenalina è quella detta “lotta o fuggi”. Perché il corpo possa effettivamente agire di conseguenza, molte attività chimico fisiche vengono avviate: la digestione viene rallentata, la pressione sanguigna sale, le cellule muscolari si contraggono. Positivo? Si, ma solo occasionale. Se questo si ripete tante volte nella giornata allora il meccanismo si guasta, si deteriora. Le ghiandole surrenali generano altri ormoni oltre all’adrenalina. Come il cortisolo. Questo viene secreto naturalmente in alcuni momenti della giornata e “on demand” quando lo stress cui il corpo viene sottoposto è di tipo continuativo, cronico. Gestisce la risposta infiammatoria del sistema immunitario, alza i livelli di zucchero nel sangue. Quindi se le surrenali vanno incontro a stanchezza si verificano diversi problemi i cui sintomi sono: - Depressione - Produzione ormonale squilibrata - Smodata ricerca di cibo ricco di zuccheri, sale, grassi - Immuno soppressione - Memoria labile - Debolezza sempre presente - Perdita di calcio e massa muscolare - Peggioramento sintomi menopausa Nel tentativo di contrastare questi fenomeni le persone tendono a consumare eccitanti come il caffè ben oltre la soglia suggerita, ottenendo così una enfatizzazione dei sintomi. Accade quindi che la sera diventi difficile prendere sonno e la mattina lo sia ancora di più riprendere il ritmo. Per riprendersi da una situazione di questo tipo, utilizzando le necessarie misure, possono essere necessari parecchi mesi prima di ritrovare una funzionalità ottimale delle ghiandole surrenali. Quali suggerimenti? questi a seguire possono
determinare un cambiamento decisivo: |